SE LA MEMORIA HA UN FUTURO

Oratorio di San Lorenzo, ex Sacrestia – Palermo
Inaugurazione 16 Ottobre alle 18:00

Performance: 16 Ottobre alle 19:30, 17 Ottobre dalle 10:00 alle 18:00

In esposizione fino al 20 Novembre 2024

Mercoledì 16 Ottobre alle ore 18:00 verrà inaugurata all’Oratorio di San Lorenzo “(Se la
memoria ha un futuro)”, un’opera dell’artista milanese Stefania Gesualdo. In occasione della
commemorazione del furto della Natività del Caravaggio, l’artista reinterpreta il celebre quadro
perduto proponendone una riproduzione interamente cucita a mano. Dopo la presentazione del
lavoro, l’artista darà inizio a una performance che trasformerà l’opera davanti agli occhi del
pubblico, in un’esperienza coinvolgente e profonda che esplora il tema della memoria e della
perdita, evocando alla scomparsa del capolavoro di Caravaggio.
A conclusione di una residenza voluta e organizzata da Amici dei Musei Siciliani, Stefania
Gesualdo presenta un’opera site specific che esplora i temi della memoria, della perdita e della
trasformazione. Il progetto prende il nome da un libro di Leonardo Sciascia, ‘’A futura memoria’’,
che raccoglie scritti “su certi delitti, su certa amministrazione della giustizia e sulla mafia”. È
proprio dal desiderio di verità e giustizia di fronte ai tanti misteri irrisolti della storia italiana
recente che l’artista ha concepito il suo progetto.
Al secondo posto nella Top Ten Art Crimes dell’FBI, la Natività con i santi Lorenzo e Francesco
d’Assisi (1600) fu trafugata dall’Oratorio nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969. Nonostante nel
corso degli anni siano state raccolte diverse dichiarazioni sulle sorti del quadro da parte di
pentiti di mafia, il furto resta irrisolto e avvolto nel mistero.
Come nell’opera originale, il monumentale arazzo presentato (268x197cm) gioca con il
contrasto tra luce e ombra. Le figure umane sono ricamate su un fondo nero, emergendo
delicatamente dal buio grazie ai fili di cotone perlato utilizzati per il ricamo. Sulla scia della sua esplorazione concettuale, Stefania Gesualdo introduce una modifica al messaggio originario
dell’opera: al posto della scritta “Gloria in excelsis Deo”, il cartiglio dell’angelo reciterà il titolo del
progetto: “Se la memoria ha un futuro”.
La performance finale arricchirà l’esposizione dell’arazzo, offrendo una riflessione simbolica
sulla scomparsa dell’opera di Caravaggio. Attraverso gesti evocativi, l’artista trasformerà
l’opera, creando un’esperienza visiva che invita a riflettere sul tema della perdita e della
memoria. Il risultato sarà un’installazione in continuo divenire, che evolve davanti agli occhi del
pubblico, mantenendo viva la tensione tra presenza e assenza.
A coronare l’opera, una scritta luminosa al neon, “A futura memoria”, brillerà sopra l’arazzo,
citando il titolo del celebre libro di Leonardo Sciascia e invitando a riflettere sul valore della
memoria, tanto individuale quanto collettiva, e sull’importanza di non dimenticare ciò che è
stato, anche nelle sue forme più drammatiche.
“Se la memoria ha un futuro” non è solo un tributo alla Natività di Caravaggio, ma un’indagine
sul valore della memoria collettiva e sul rischio dell’oblio che si interroga su cosa resta, su ciò
che la memoria può trattenere e su quello che rischia di essere perduto. ‘’Rileggere oggi quelle
parole, “A futura memoria (se la memoria ha un futuro)” mi sembra una precisazione, una nota
di preoccupazione quanto mai attuale, in un momento storico e politico in cui i conflitti attuali
non sembrano affatto avere memoria della storia’’ dichiara l’artista, e aggiunge “Quando
parliamo di « ciò che resta », il concetto implica già una mancanza, qualcosa che c’era e che
non c’è più, come appunto il quadro di Caravaggio. Si tratta quindi di uno stato di cambiamento,
di trasformazione o di adattamento e della fragilità che lo caratterizza’’.
Attraverso la performance e la scritta luminosa, l’artista richiama l’attenzione sulla sottile linea
tra il ricordare e il dimenticare, come già avevano fatto Sciascia e Pasolini, ammonendo sulla
necessità di una memoria critica e consapevole per evitare che si ripetano gli errori del passato.
“Siamo particolarmente felici di aver ospitato in residenza Stefania Gesualdo per questo
progetto che già nel titolo esprime una grande forza evocativa; e con l’opera realizzata
evocheremo la presenza della Natività di Caravaggio trafugata ormai 55 anni fa ma, soprattutto,
attraverso la performance, ne ricorderemo l’assenza. Sarà un’esperienza forte, emozionante, un
pugno allo stomaco che incasseremo a futura memoria” dice Bernardo Tortorici di Raffadali,
Presidente di Amici dei Musei Siciliani.
L’opera sarà svelata il 16 Ottobre, e lo stesso giorno inizierà la performance che si concluderà il
17 Ottobre. La tela sarà poi esposta sull’altare fino al 20 Ottobre per poi essere spostata
nell’anti-oratorio, dove rimarrà visibile al pubblico, insieme a un video della performance, fino al
20 Novembre.

PR & Comunicazione
Anna Maria Tortorici Montaperto; + 39 3382646202 | am.tortoricimontaperto@gmail.com
(Se la memoria ha un futuro)

Inaugurazione: 16 Ottobre alle 18:00
Performance: 16 Ottobre – 17 Ottobre
Esposizione: 17 Ottobre – 20 Novembre
Ingresso: gratuito fino al 17 Ottobre, in seguito €3
Oratorio di san Lorenzo
Orari di apertura : tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:00.
Ingresso: €3
Info: info@amicimuseisiciliani.it
Tel: +39 091 6118168
Indirizzo: Via Immacolatella, 15 Palermo

Stefania Gesualdo
Stefania Gesualdo è un’artista visiva pluridisciplinare. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Milano nel 2004, ha presentato il suo lavoro in varie mostre in Italia e a livello internazionale. Con l’obiettivo di comprendere meglio il Sistema-mondo, nel 2013 si trasferisce a Dakar e lavora inizialmente nel campo dello sviluppo, poi nella linguistica. Il suo percorso attraverso diverse discipline la porta a interrogarsi sulla società e sulle sue trasformazioni e a riconnettersi con l’arte. Ispirata dalle sue osservazioni, torna a una pratica artistica profondamente interna e personale, che si manifesta in varie forme: disegni, tessuti, installazioni e performance.

Associazione Amici dei Musei Siciliani
L’Associazione Amici dei Musei Siciliani, è un ente no-profit che opera da anni nella regione ed in
particolare nella provincia di Palermo col fine di valorizzarne e promuoverne il patrimonio culturale
materiale e immateriale.Negli anni l’associazione è stata promotrice di diverse e innovative attività
culturali, delle quali ha curato in toto o in parte la progettazione, tra le quali Kals art, Le Vie dei Tesori e RestArt. In accordo con la Curia di Palermo, gestisce in maniera stabile alcuni monumenti del patrimonio cittadino: l’Oratorio di S.Lorenzo, l’Oratorio di S.Mercurio, la Chiesa di Santa Maria alla Catena, la Chiesa di Santa Maria del Piliere, garantendone la tutela, la manutenzione, la valorizzazione e la fruizione turistica. http://www.amicimuseisiciliani.it

Oratorio di San Lorenzo
L‘oratorio sorse intorno al 1570 ad opera della compagnia di San Francesco sulle spoglie di un’antica
chiesetta dedicata a San Lorenzo.Per questo motivo la dedicazione attuale ricorda entrambi i santi.
Giacomo Serpotta vi intervenne a partire dal 1699 e fino al 1707 circa, con la collaborazione
dell’architetto Giacomo Amato, innanzitutto per rinnovare la decorazione del presbiterio che conteneva la famosa Natività con adorazione dei pastori dipinta da Michelangelo Merisi da Caravaggio intorno al 1600, trafugata nel 1969 e mai più ritrovata. Terminato l’intervento intorno alla preziosa tela, con uno schema di derivazione prettamente romano e con la realizzazione di due tra i più straordinari angeli che avesse mai realizzato, il Serpotta si dedicò all’aula. Essa nell’insieme è considerata forse il capolavoro assoluto del maestro palermitano, per la giusta proporzione tra la freschezza inventiva dei primi anni e la sapiente maturità della tecnica esecutiva. E’ un’opera densa di immagini tra cui i “teatrini” con gli episodi della vita dei Santi Lorenzo (a sinistra) e Francesco (a destra), a cui sono accostate le statue allegoriche, tra le quali spiccano ai lati del presbiterio, la matronale Ospitalità e la materna Carità. Tutto l’apparato è ornato da putti che più che in ogni altro oratorio sono scatenati in svariate attività.

Il Furto della Natività
Al secondo posto nella Top Ten Art Crimes dell’FBI, la Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi
(1600) di Caravaggio resta avvolta nel mistero. La Pratica 799, redatta dal Comando di Tutela del
Patrimonio Culturale, raccoglie un’infinita collezione di dichiarazioni, la maggior parte delle quali ritenute, oggi, inverosimili. Nel 2009 Gaspare Spatuzza raccontò che il quadro, nascosto in una stalla, fu rosicchiato dai topi e dai maiali ed infine dato alle fiamme nell’intento di disperderne le tracce. La notizia proveniva dal compagno di cella Filippo Graviano, boss di mafia affiliato alla Famiglia di Brancaccio che all’epoca del furto aveva appena otto anni, e che quindi non poteva costituirsi come una fonte diretta.
Un altro pentito, Salvatore Cancemi, riferì che si soleva esporre la Natività durante i summit dei
corleonesi di Riina, dichiarazioni poi smentite dal “mozzarella”, Francesco Marino Mannoia. Lo stesso
Mannoia si autosconfesserà nel 2017, asserendo di aver mentito quando, durante il Maxiprocesso, aveva affermato di aver bruciato la tela con le proprie mani. Non ritenute pienamente attendibili sono anche le parole di Vincenzo La Piana, che aveva riportato di aver visto la tela all’interno della raffineria di droga del boss Gerlando Alberti. A far luce sui recenti sviluppi dell’indagine è la confessione di Gaetano Grado, raccolta dalla Commissione Antimafia l’11 maggio del 2017. Grado parla di fatti esperiti in prima persona: «avevo il compito di scendere tutte le mattine nel mercato della Vucciria, per avere notizie dei sopravvissuti della città, delle famiglie mafiose di Palermo. Tutte le mattine loro avevano il compito di venire da me a rapportarmi tutto quello che succedeva: dalla piccola cosa, dal ladro, al rapinatore o altri fatti di sangue, per riferirmi tutto», racconterà il pentito. A due giorni dalla scomparsa della Natività sarà incaricato da Gaetano Badalamenti nel reperimento di informazioni dettagliate sul furto. Secondo le sue dichiarazioni, furono dei semplici ladri, dei ragazzi, gli autori del crimine. Badalamenti si farà consegnare l’opera, portandosela con sé a Cinisi. Grado apprenderà poi da Badalamenti che il quadro era stato venduto a un trafficante d’arte di origine svizzera, probabilmente di Lugano, un uomo parecchio in là con l’età che aveva espresso l’idea di rivenderlo a pezzi. Una fine misera, che accomuna un capolavoro senza pari a mera carne da macello.Il coinvolgimento diretto di Badalamenti è confermato anche da un’intervista condotta nel 1994 dalla giornalista Marina Pino e da una videointervista filmata dal regista Massimo d’Anolfi nei primi anni del 2000, resa pubblica soltanto nel 2019. A parlare è il custode dell’oratorio di san Lorenzo, monsignor Benedetto Rocco, contattato dalla mafia di Badalamenti per la richiesta di un riscatto di circa un miliardo di lire. La trattativa non andò a buon fine, anche a causa di una mancata collaborazione con il Soprintendente dei Beni Culturali dell’epoca che, a detta del sacerdote, si limitò soltanto ad accusare il religioso di star intessendo affari criminosi con la mafia.

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